Mi ritengo molto fortunato: in tutti i miei diversi lavori non solo trovo soddisfazione e gratificazione, ma posso anche entrare in contatto con delle parti di me che prima non conoscevo. Ogni mia attività lavorativa mi arricchisce e contribuisce a costituire la mia identità. Non credo sarebbe però positivo se “chi sono” combaciasse totalmente con “ciò che faccio per lavoro”. Per fortuna, c’è dell’altro. Anzitutto il basket giocato, senza la cui “poesia in movimento” non potrei vivere, ma anche l’attività teatrale e le avventure girovaghe che mi consente di vivere il mio minivan…
Gioco a basket dal 1992, il primo anno nella NBA di Shaquille O’Neal e l’ultimo dei Bulls del primo three-peat di Michael Jordan. Forse ho iniziato tardi, ma forse non c’era momento storico migliore per appassionarmi a questo sport. Ho giocato a diversi livelli agonistici, fino alla Serie D, ma dal 2002 ho deciso di creare una mia società e una mia lega, la Thursday Night League. Da allora, e fino a oggi, due sere a settimana le dedico a questo sport di squadra, che tanto mi ha saputo insegnare in termini di coinvolgimento degli altri, collaborazione e leadership.
Non ho mai amato andare a teatro, ma ho sempre creduto enormemente nel potere comunicativo della recitazione. Ho così seguito vari corsi teatrali, rimanendone però quasi sempre deluso. Per queste ragioni ho coltivato il mio interesse per la teatralità studiandola in autonomia, analizzando ritmi, toni, gesti, espressioni e pause di alcuni dei più grandi interpreti italiani e stranieri. Così facendo, nel tempo, sono riuscito a farmi promotore di corsi di teatro per ragazzi e ideatore e scrittore di spettacoli teatrali che ruotano attorno ai giovani. Nel corso del 2020 ho anche realizzato un film dal titolo QUARANTEEN. Sfruttando un linguaggio cinematografico non convenzionale, il film racconta come le vite di sei adolescenti si intrecciano nella cornice di un’Italia flagellata dall’epidemia.
Nel 2018 mi sono fatto un regalo che desideravo da una vita. Mi sono comprato un minivan compatto, capace di trasportare sei persone, di ospitare un aperitivo tra quattro amici e di essere la “casa” ambulante in cui potere dormire durante i miei viaggi. L’ho battezzato “Ozvan” e l’ho inaugurato con un viaggio estivo solitario, lungo quasi tutta l’Italia. Durante quel primo viaggio ho fatto numerosi incontri ed esperienze, che ho deciso di raccontare in un podcast, in parte reperibile anche su Spotify.