Non sono un turista, non lo sono mai stato. Ogni viaggio per me è un viaggio formativo, o forse addirittura iniziatico. Per questa ragione, in alcuni momenti della mia vita, quando ho sentito di dovere fare delle scelte importanti, sono partito, spesso da solo, per tornare a casa con occhi diversi. Ecco alcuni dei viaggi al ritorno dai quali qualcosa, almeno per me, è cambiato…
Dopo avere vissuto per alcuni anni all’interno del mondo del lavoro, ho capito meglio che percorsi intraprendere per inseguire i miei sogni. Prima di farlo, però, ho voluto lanciarmi una sfida: starmene un mese da solo a riflettere, senza un appoggio fisso, in un luogo così affollato da rendere un tale obiettivo quasi impossibile. La mia scelta è stata Ibiza.
Dopo la laurea triennale, e prima di scegliere come proseguire la mia formazione universitaria, ho iniziato un altro viaggio solitario. Il mio cammino di Santiago è stato un pellegrinaggio laico, i cui primi passi sono stati quelli che da casa mi hanno portato alla Stazione Centrale di Milano. Sono partito da solo, senza cellulare e senza orologio. Sono arrivato a Santiago in 28 giorni (di cui 26 di cammino), e da lì ho proseguito il mio viaggio per la Spagna per un altro mese, con tanti diversi compagni di avventura, conosciuti di giorno in giorno. Dopo essere stato a Finisterre, Valencia e Madrid, il mio pellegrinaggio è terminato a Barcellona.
Dopo la laurea specialistica ero carico di ambizioni e di voglia di contribuire alla ricerca universitaria. Per meglio comprendere la grande e spesso solitaria dedizione richiesta a un ricercatore, ho deciso di trasferirmi per qualche mese in una città di cui non conoscevo la lingua, facendo una vita appartata, tra libri e biblioteche. Ho così vissuto anche a Parigi, in un appartamento in Boulevard de Ménilmontant che affacciava proprio sul cimitero in cui è sepolto Jim Morrison.